TOLO TOLO: Zalone ha fatto un film fascista?
Visto ieri in una sala abbastanza piccola di Trevignano ma in ogni caso piena. Faccio una piccola premessa a me la comicità di Zalone non fa entusiasmare, sicuramente tra tutti i comici italiani è quello che al momento apprezzo di più (ovviamente nessuno batterà mai i miei adorati Aldo, Giovanni e Giacomo) e quindi i precedenti film di Zalone li ho visti tutti in tv, non avevo mai avuto gran voglia di andare a vederli al cinema.
Di questo film si è detto di tutto e di più: quando era uscita solo la clip della canzone immigrato si era gridato al film fascista/sovranista. Poi quando è uscito il film nelle sale sono andate per la maggiore tutte le recensioni in cui veniva detto che il film era una critica al sovranismo e all'italiano razzista ecc. Ma dico lo avete visto il film? Ok che uno ci vede quello che vuole in un film però…
Checco Zalone ha preso per il culo tutti, compresi certo anche i sovranisti, ma in misura sicuramente minore. In modo tale che nessuno rimanga scontento: nella prima fase si spinge sulla critica alla burocrazia italiana e a tutte le sue complicazioni. Sottolineando quanto sia difficile mettersi in proprio. Poi lui stesso scappa dall'Italia e si rifugia in Africa. In Africa non mancano le prese in giro alla stessa cultura africana, un'ironia che i difensori del politicamente corretto sicuramente non hanno preso bene. Infatti c'è il personaggio di Oumar che equilibra il tutto, più spesso viene sottolineato che Oumar è molto acculturato e il personaggio di Checco invece non conosce neanche il neorealismo italiano...Certo bisogna anche dire che l'educato e acculturato Oumar alla fine fa l'infamata e si scopre che ha venduto i suoi compagni per pagare a sé stesso il viaggio.
Anche in questo caso c'è la storia d'amore con una donna che inizialmente rifiuta Checco e si creano delle gag grazie alle mimiche facciali di Checco che riescono a toglierti più di una risata. Ovviamente ce n'è anche per la politica italiana: il personaggio del prefetto, poi ministro degli Esteri e poi ancora presidente del consiglio non può altro che farci rimandare a Luigi Di Maio, quello che più di tutti è riuscito ad arrivare a posizioni di grande potere senza nessuna particolare preparazione. Quindi in questo Zalone ha avuto particolare coraggio, perchè nonostante sia del sud non si sente di dover tifare per Di Maio e il suo reddito di cittadinanza, anzi nonostante la madre cerchi di convincerlo a fare richiesta, lui rifiuta categoricamente. Ma anche da questo punto di vista non si risparmiano le critiche alla politica del posto dove si rifugia in Africa: "tanto qui un ministro con mille euro te lo compri".
Infine le gag relative agli aspetti culinari: (il panino con ananas e alici) da quel punto di vista Zalone lo ha sempre sottolineato, al di fuori dell'Italia mangiare bene non è poi così facile. E il cibo italiano non ha rivali.
Quindi Zalone si riconferma un ottimo comico ed equilibrista che sa quali tasti deve toccare per far ridere e conosce bene i gusti degli italiani, è riuscito anche in questo caso a far ridere senza essere volgare o ad utilizzare troppe parolacce. E' riuscito anche nella critica sottile ma neanche tanto...Che non è una critica totalmente di parte ma una critica a 360 gradi che non risparmia nessuno ma che a mio avviso colpisce più un certo modo di pensare un pò troppo politicamente corretto.
Però una cosa Checco...Il prossimo film meno canzoncine per favore!
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