JOKER: un'interpretazione da Oscar
Per molti anni ho tenuto come immagine del profilo sulla pagina Facebook il volto di Heath Ledger diviso a metà: da una parte il volto del Joker da lui interpretato ne "Il cavaliere oscuro di Nolan" e dall'altra parte il volto dell'attore scomparso nel 2008. Quell'immagine stava a significare il duplice volto delle cose, delle persone e soprattutto dei personaggi. Ognuno ha in realtà due volti, quello che mostra al "pubblico" e quello reale che non sempre riusciamo ad esternare.
Qual è il vero volto del Joker? Ce lo prova a mostrare Todd Phillips nella sua ultima magistrale opera. Si può ben definire uno dei film più attesi dell'anno. Come molti di voi ero scettica appena ho saputo del progetto, in quanto sembra quasi negli ultimi anni che debbano "spolpare" fino all'ultimo qualsiasi personaggio dei fumetti, soprattutto un personaggio come il Joker. Interpretato a suo tempo anche da un ottimo Jack Nicholson e sembrava essere lui il Joker cinematografico per antonomasia, fin quando non è arrivata l'interpretazione da Oscar di Heath Ledger, che ci ha donato un'interpretazione che è difficile dimenticare per chiunque abbia visto il terzo capitolo della saga di Batman diretta da Nolan. Come dimenticare la risata maligna e disturbata di Ledger, come dimenticare la sua mimica facciale. Come dimenticare il suo sorriso…
Ed è proprio sul sorriso che è incentrato il Joker di Todd Phillips, con il sorriso nello specchio (che ci mostra l'altra faccia delle cose…) che si apre la sua opera. Phoenix che fa le prove allo specchio di quel sorriso che muterà nel corso del film fino a diventare quella smorfia che caratterizza il clown (ne il cavaliere oscuro "vuoi sapere come me la sono fatta…?). Quando Phoenix verrà licenziato dal lavoro cambierà la scritta in un cartello d'entrata da "non smettere di sorridere" a "non sorridere". Lui sempre alla ricerca di quel sorriso e di quella felicità che può ricercare solamente nelle sue fantasie di cui il film è cosparso e che si confondono con la realtà dei fatti.
Questo Joker di Todd Phillips doveva raccontarci la genesi del Joker e lo ha fatto in maniera magistrale. Sin da subìto notiamo un Jaquin Phoenix in ottima forma, uno sguardo disturbato, un fisico deformato, un clown con disturbi mentale che cerca solo di far sorridere le persone. Ed ecco Phoniex ha dichiarato che l'interpretazione di Heath Ledger è letteralmente irraggiungibile, eppure mi sento di dire che questo Joker è complementare con quello di Ledger, l'ultima scena potrebbe essere benissimo inserita in una scena del cavaliere oscuro. Ma apparte i numerosi paragoni, il film ha vita propria. Una regia fumettistica in cui è ben mostrata questa Gotham city dove si sta creando il germe del male, quel male scaturito dalla violenza del Joker e che porterà alla morte dei genitori di Bruce Wayne (Batman), Phillips ci mostra per l'ennesima volta la scena dell'omicidio dei genitori nel vicolo buio per mano di un clown che sta manifestando contro Thomas Wayne e quindi anche qui ci mostra la genesi di quell'omicidio, ci mostra il modo in cui si è arrivati alla morte dei genitori di Batman e da là alla genesi dello stesso Bruce Wayne in Batman.
Qual è stata a mio avviso l'unica pecca del film? Per alcuni può non essere considerata tale... Ho visto il film di Sabato sera e come volevasi dimostrare (sapevo a cosa andavo incontro) il film mi ha parecchio angosciata. Sì è vero non è che mi stavo andando a vedere Frozen, però ho sentito la mancanza di momenti in cui si stemperasse l'angoscia, che erano presenti ne "Il cavaliere oscuro", ora ripeto per alcuni potrebbe essere un pregio, per altri un difetto.
Il film gioca sulle contrapposizioni tra la commedia e la tragedia, svelandoci entrambi i volti in maniera anche cruda. Non ci è dato sapere se tutto ciò che abbiamo visto è reale o meno, appunto perché il Joker ha messo in scena il suo spettacolo e come in ogni spettacolo non ci è dato capirne ogni risvolto. Se non l'ultimo quello della completa e superba trasformazione di un clown nel Joker.
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