Martin Eden: Luca Marinelli strepitoso



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C'è molto da imparare dai libri di Jack London e sicuramente tra i propositi del 2020 ci metto quello di leggerli il più possibile. Probabilmente comincerò da Martin Eden, il romanzo da cui è tratto il film di Pietro Marcello, uscito questo Ottobre sono riuscita a recuperarlo solo ora. Ma questo era un film che andava assolutamente visto al cinema.

Raramente ci sono film italiani tratti da romanzi conosciuti in tutto il mondo e quindi già questo è un grandissimo merito sia per il regista che per la produzione. L'idea di scegliere un quotatissimo Luca Marinelli è stata più che apprezzata, non solo perchè il personaggio sembra essergli stato cucito addosso, ma perchè Luca Marinelli si riconferma, anche con questa interpretazione, uno dei migliori attori in circolazione, lo amo dai tempi della solitudine dei numeri primi.

In ogni caso io non conoscevo la storia di Martin Eden, appunto perchè ancora non ho letto il libro, ma da quello che ho potuto apprendere si tratta di una storia autobiografica di Jack London, ambientato a San Francisco nel testo originale, nella pellicola ci troviamo invece in Italia. Anche qui come in "Lo chiamavano Jeeg Robot", altra pellicola in cui Marinelli è uno dei protagonisti, il dialetto la fa da padrone. A volte vengono inseriti anche i sottotitoli per permetterne una migliore comprensione. Il dialetto impreziosisce ogni film, rende autentico il film, lo fa avvicinare ancora di più al pubblico. Qui tra l'altro acquista un'importante significato, il protagonista parla inizialmente un dialetto strettissimo quasi incomprensibile e nel corso del film anche il suo modo di parlare cambierà, diventerà più preciso con meno errori grammaticali. Questo perchè si innamorerà di Elena, una bellissima ragazza di buona famiglia interpretata da Jessica Cressey e il desiderio di essere come lei, parlare bene come lei lo spronerà a studiare e migliorarsi. Jessica Cressey è stata veramente molto brava, un'interpretazione che mi ha colpito per la sua delicatezza. Sbeffeggiato da tutti, Martin riuscirà nel giro di due anni ad ottenere la fama come scrittore e si prenderà la sua rivincita.

Nonostante chi abbia letto il libro sappia già come vada a finire il film, eviterò per chi non lo ha letto i vari spoiler. La fotografia ha dei toni molto freddi ed è pieno di contrasti tra i colori complementari: Martin Eden che parla ai socialisti dietro ad una tenda rossa. Elena che parla dietro a degli sfondi monocolore mentre "legge" le lettere che scrive a Martin, gli occhi azzurri di Elena e Martin di cui a volte si fanno dei bellissimi primi piani.

L'alta borghesia, i socialisti e i marinai…I disgraziati come Martin Eden, un'Italia in cui per la prima volta sento parlare di scioperi rossi, quelli che prima che scoppiasse la Prima Guerra Mondiale devastarono l'Italia. Quando Martin porta Elena nel sobborgo, le vuole mostrare l'altra faccia dell'Italia quella dei poveri, delle prostitute. Un'Italia da cui viene Martin Eden, di cui non si vergogna e di cui parlerà nelle sue poesie. Elena, bellissima e di buona famiglia s'innamora perdutamente di Martin, così come Martin di lei. Ma il loro è un'amore impossibile, osteggiato dalla famiglia, appartengono a due mondi troppo diversi. Elena si accorgerà troppo tardi che non può rinunciare a lui.

Insomma un film che va visto e che ci regala delle ottime interpretazioni, che ci fa vedere un'Italia variegata e ben ricostruita storicamente. Misa tanto che tra qualche giorno me lo rivedo...

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